Parrocchia: approfondimento storico
Il vastissimo territorio affidato alla nuova parrocchia (lo stesso dell’ antica prepositura della Trinità) andava dalle mura veneziane fuori dalla Porta di Codalunga – a sud – fino all’attuale A4 – a nord – mentre ad est confinava con S. Lazzaro e ad ovest con la parrocchia di Montà.
Si trattava di un territorio prevalentemente ancora agricolo scarsamente abitato, dove la maggior parte della popolazione residente era presente verso sud , cioè verso la città,e la nuova stazione della “ via ferrata “ creata nel 1842 .
La parrocchia all’origine contava poco meno di duecento famiglie e circa 2000 abitanti, in breve tempo però la popolazione cominciò a crescere per effetto della progressiva industrializzazione dell’area circostante alla stazione ferroviaria. Fino al 1928 infatti il territorio parrocchiale si estendeva fino al canale Piovego comprendendo quindi la “prima zona industriale” della città, successivamente passata a formare la nuova parrocchia del Tempio della Pace.
Tra le prime istituzioni parrocchiali va certamente ricordata la realizzazione del CIMITERO che venne creato nel 1870 su terreno del “Beneficio Parrocchiale” e divenne ben presto il luogo preferito per l’estremo riposo di moltissimi padovani illustri, tanto che il Vescovo Manfredini lasciò per testamento il desiderio di essere sepolto all’ Arcella. Venne così eretta una cappella funeraria che accolse oltre al vescovo Manfredini anche l’urna del Cardinale Callegari. Purtroppo i bombardamenti dell’ultima guerra, insieme a molte altre tombe, distrussero anche l’edicola funeraria dei Vescovi
L’intraprendente e lungimirante parroco – D. Luigi Nichetti – poco dopo il suo arrivo all’ Arcella si preoccupò quasi subito di ampliare il santuario sede della parrocchia per contenere il crescente numero dei fedeli. Tra il 1886 ed il 1895 venne eretta una nuova grande navata ( l’attuale ) anteposta alla preesistente chiesa neoclassica inaugurata nel 1844. L’occasione del VII Centenario della nascita di S. Antonio ( 1895 ) favorì l’iniziativa che diede avvio alla realizzazione del Tempio in stile neogotico come lo vediamo oggi. Intanto nel 1896/7 nasceva anche IL CIRCOLO GIOVANILE S. ANTONIO d’ ARCELLA che insieme alla struttura del “ PATRONATO “ costituirà uno dei pilastri portanti della futura attività parrocchiale.
Nel 1898 si avviava il progetto per un nuovo monumentale campanile che si affiancasse alla chiesa santuario. Le fondazioni per la grande torre si iniziarono a scavare nel Febbraio 1901, un lavoro veramente colossale che si sarebbe completato solo vent’anni dopo. Nel 1905 muore D. Nichetti dopo 35 anni di instancabile attività
Gli subentra nel ministero P. Antonio Cattomio – primo parroco dei Frati Minori Conventuali – che rimane all’ Arcella fino al 1915 , quando giungerà P. Ludovico Bressan. P. Cattomio si preoccupò di proseguire la costruzione del campanile che era rimasta ferma allo zoccolo di base. Ma una tra le sue preoccupazioni principali fu quella di costruire un “ RICREATORIO “ per i ragazzi che sempre più numerosi giungevano in parrocchia. Fu così che nel 1911, grazie ad un cospicuo lascito ( 13.000 lire dell’epoca ) offerto per devozione a S. Antonio, sorse il primo nucleo di quello che in seguito diventerà l’ Istituto “ E. Vendramini “ affidato alle Suore Elisabettine.
All’arrivo di P. Bressan (Settembre 1915) la “Grande Guerra” era iniziata da pochi mesi, gli uomini “abili” erano tutti al Fronte a casa c’erano solo vecchi, donne e bambini: un inizio alquanto triste. Eppure sarà proprio P. Bressan ad imprimere un’impronta indelebile alla parrocchia in ben 36 anni di ministero, attraversato da ben due guerre mondiali.
Già nel 1917 ( l’anno della tragica “ rotta di Caporetto “) P. Bressan ha già in mente grandi cose: completare la costruzione del campanile ferma da ca. dieci anni e ampliare la chiesa santuario proseguendo la navata neogotica con transetti ed absidi. Sembra quasi impossibile che in anni difficili come quelli del suo inizio pastorale, in piena guerra mondiale, egli riuscisse ad immaginare delle imprese così impegnative eppure – nell’ arco di poco più di un decennio – esse diverranno realtà, producendo nei parrocchiani un’ondata di entusiasmo e di positivo, orgoglioso, senso di appartenenza. Appena terminata la Grande Guerra – nel 1919 – riprendono i lavori del campanile che si concluderanno appena tre anni dopo (1922) con trionfali celebrazioni popolari. Intanto il rapido aumento della popolazione del territorio , soprattutto giovanile, trova la giusta attenzione del parroco che provvede sollecitamente alla costruzione di nuovi locali per ospitare le attività dei ragazzi (1923/’24 – sala teatro del patronato maschile ed un campo di calcio ) mentre per le ragazze viene costruito ex novo un “patronato femminile” ( dove oggi c’è la scuola “E. Vendramini”) inaugurato quest’ultimo nel 1925 .
Intanto la mente vulcanica di P. Bressan sta lavorando alla grande impresa del completamento del santuario con la costruzione di una monumentale cupola che coroni la CELLA del TRANSITO di S. ANTONIO. A tale scopo viene creato una rivistina da spedire ovunque per raccogliere i fondi necessari, si intitolerà “ VIDEO DOMINUM MEUM “, le ultime parole pronunciate dal Santo morente.
Lo scavo delle fondazioni per i nuovi corpi di fabbrica inizia nell’autunno del 1927 e si lavora alacremente per completare i lavori in tempo per la celebrazione del VII CENTENARIO ANTONIANO ( 1931 ) . Si narra che i giovani della parrocchia, la sera prima di tornare a casa dal lavoro, andavano a prestare manodopera volontaria nel grande cantiere della chiesa per agevolare il lavoro degli operai specializzati che l’indomani avrebbero trovato i materiali da costruzione già pronti sui piani di lavoro.
L’innalzarsi della monumentale cupola alta 40 metri produsse un coro entusiastico di consensi da parte degli “ Arcellani “ che fornirono generosamente il rame per le lastre della calotta esterna.
L’estesissimo territorio parrocchiale si andava rapidamente inurbando portando la popolazione residente dal migliaio e mezzo dell’inizio del ‘900 agli oltre diecimila abitanti degli inizi degli anni quaranta. Il Vescovo di Padova, Mons. Carlo Agostini, procedeva alla creazione di alcune nuove parrocchie che nascevano tra la fine degli anni ’30 e gli anni ’40 sul territorio scorporato dalla “matrice” . “ S. Carlo B.” 1939 – “ SS. Trinità “ 1941 - Ma già nel 1928 il Vescovo Elia Dalla Costa aveva creato la nuova Parrocchia del “ SS. Nome di Gesù “ in quello che diverrà il “ Tempio della Pace “ assegnandole il territorio dell’ Arcella situato a Sud della Ferrovia . Negli anni ’30 del Novecento la parrocchia era tutto un fiorire di iniziative e di gruppi associativi formativi e ludico sportivi tanto da essere considerata un modello nella Diocesi padovana. In questo clima fervido di impegno sociale, umano e cristiano, si abbatté come un uragano la tragedia della Seconda Guerra Mondiale con il suo carico di sofferenze, di morte e di distruzioni. Tra la fine del 1943 e la primavera del 1945 l’ Arcella venne colpita da ben otto bombardamenti pesanti senza contare le quasi quotidiane incursioni dei ricognitori che puntavano sul territorio vicinissimo alla Stazione e pressoché circondato su tre lati dalle linee ferroviarie.
Fu un vero miracolo se la chiesa santuario ed il suo bel campanile non furono colpiti dalla pioggia di bombe sganciate a più riprese, ma queste non risparmiarono purtroppo i Patronati ed il Cimitero colpito per ben quattro volte. La popolazione terrorizzata dalla violenza dei bombardamenti abbandonò in massa e a malincuore le case distrutte e/o danneggiate. Migliaia di sfollati cercarono rifugio nei paesi vicini in attesa che passasse il flagello. In queste situazioni terribili e disastrose il P. Bressan rimase coraggiosamente al suo posto con la Comunità dei Frati, cercando rifugio durante le incursioni aeree nel campanile che era stato attrezzato come “ rifugio “ per accogliere quanti vi accorrevano: i pochi presenti rimasti in parrocchia. Il parroco, inoltre, si recava spesso a far visita agli sfollati raggiungendoli con la “ bicicletta ! “ nei paesi circonvicini , macinando decine di chilometri al giorno per incontrare il suo “gregge disperso” ! . Fu un vero calvario che lasciò pesanti strascichi di morte e distruzione. Quasi il 95% delle abitazioni furono distrutte o danneggiate pesantemente , mentre quasi duecento furono i morti e numerosi furono anche i feriti più o meno gravi. Passato l’uragano della guerra ci si rimise alacremente a ricostruire quanto era stato distrutto dalle bombe. Tra l’autunno del 1945 e la primavera del ’46 il Patronato maschile (…raso al suolo ) venne completamente ricostruito a tempi di record, mentre venivano riparati i danni del settore femminile . P. Bressan era sempre alla guida della sua amata Arcella, finchè agli inizi degli anni ’50 si manifestarono i primi sintomi del male incurabile che lo portò alla tomba nel Novembre del 1951, dopo ben 36 anni di fecondo e totale servizio per la Comunità.
La ricca eredità di iniziative e di idee di P. Bressan fu raccolta con slancio da P. Faustino OSSANA che rimase alla guida della parrocchia fino al 1958 sviluppando un’intensa attività di aggiornamento pastorale con importanti intuizioni “ preconciliari “ che attiravano all’ Arcella fedeli che provenivano anche da altre parti della città; attratti soprattutto dalla vigorosa predicazione e dall’innovativa celebrazione della Liturgia. A sostituire P. Ossana chiamato ad altri incarichi, non senza rimpianti …e qualche contestazione da parte dei fedeli, giunse P. Carlo Varotto che rimase alla guida della parrocchia per un triennio, finché nel 1961 fece il suo ingresso come parroco P. Agostino Montironi. Nel frattempo il vorticoso incremento della popolazione residente nel quartiere portava alla creazione di altre nuove parrocchie, scorporate dal territorio della “ madre “ : nel 1965 nasceva la parrocchia di “ S. Lorenzo da Brindisi “, mentre nel 1968 veniva creata la parrocchia di “ Gesù Buon Pastore “ affidata ai PP. Rogazionisti.
Con il Concilio Vaticano II si creavano nuovi orientamenti pastorali che trovavano puntuale riscontro nelle iniziative formative soprattutto rivolte ai giovani. Nel 1967 veniva completamente ristrutturata la sala cinema teatro, capace di ben 600 posti, per ospitare il nuovo “ Cineforum “ promosso dal “ Centro Giovanile di Cultura Arcella “ che gestiva anche una fornita biblioteca – emeroteca ospitata nel Patronato. Prendevano avvio anche nuove attività sportive della sempre attiva Unione Sportiva Arcella rifondata nel 1948 dopo la Guerra dal benemerito arch. Armando Scarabottolo. Ecco dunque le nuove formazioni di Baseball e Softball, di Basket e Volley che mantenevano sempre alto il prestigio e le capacità di attrattiva dei Patronati. Inoltre si organizzavano i soggiorni formativi estivi ed invernali sulle Dolomiti ( “Capodanno con Noi” dal 1969 – “Estate in Val di Fassa” ) Al P. Agostino Montironi parroco dal 1961 al 1971 succederanno P. Vincenzo Tommasi : 1972 – 1981 , e P. Giuseppe Cantù :1981 – 1991 . Con quest’ultimo avrà inizio una sistematica attività di manutenzioni e restauri alla chiesa santuario ( 1986 Campanile; 1990 rifacimento del tetto e ripasso dei paramenti murari esterni ) che proseguirà puntualmente negli anni successivi sotto la guida dei parroci: P. Francesco Capuzzo ( ritinteggiatura dell’interno e nuovo impianto di illuminazione 1995 – nuovo presbiterio e restauro della Cella del Transito 1999 - 2000 ) e P. Giancarlo Zamengo ( restauro dell’ organo “Mascioni” 2003, nuova Penitenzieria 2004; nuove vetrate dell’abside 2005; nuove vetrate della polifora neogotica della facciata e delle trifore delle due cappelle maggiori ) . Contemporaneamente anche gli impianti ricreativi e sportivi del Patronato venivano rinnovati adeguandoli alle nuove esigenze di servizio per la sempre crescente e vivace proposta educativa dell’ Unione Sportiva & Polisportiva Arcella, sempre ricche di attività e di iniziative. A tale scopo alla fine degli anni ’90 era stata realizzata , lungamente agognata, la bella palestra coperta “palasport Barion” . Finalmente nell’aprile del 2015 veniva inaugurato il nuovo CENTRO PARROCCHIALE giustamente intitolato a “ P. Ludovico Bressan “, erede e continuatore del glorioso PATRONATO , vera “ CASA DEGLI ARCELLANI “, grazie ad importanti lasciti e contributi di Enti Religiosi e Civili. Il futuro di questa amatissima Parrocchia non può che essere il frutto del lungo e appassionato lavoro delle tante generazioni che ci hanno preceduto con tanta dedizione ed entusiasmo, e del lungimirante discernimento di quanti attualmente la guidano verso nuove sfide e nuovi impegnativi orizzonti